9 set
Che effetto fanno i cambi di stagione sul nostro organismo?

Che effetto fanno i cambi di stagione sul nostro organismo?

Effeverde   |  9,set 2025

I cambi di stagione, per quanto siano ricchi di una bellezza poetica, possono scatenare una serie di reazioni fisiche e mentali tutt'altro che armoniose. Il nostro organismo è una macchina perfetta, sì, ma abituata a funzionare con determinati parametri. Quando quelli cambiano, deve mettere in moto un complesso lavoro di riadattamento, e questo processo ha un costo energetico che paghiamo in termini di benessere.

Il nostro orologio interno, noto come ritmo circadiano, regola tutto: il ciclo sonno-veglia, la fame, la sete, la temperatura corporea, il rilascio di ormoni e persino il nostro umore. E cosa tiene sincronizzato questo orologio con il mondo esterno? Principalmente la luce. I fotorecettori specializzati nei nostri occhi captano le variazioni di intensità e durata della luce solare e inviano queste informazioni preziose all'ipotalamo. Durante il cambio verso la bella stagione, con le giornate che si allungano, il messaggio è di ridurre la produzione di melatonina, l'ormone del sonno, e di potenziare quella di serotonina e cortisolo, gli ormoni dell'energia e del buonumore. Il problema è che questo shift non è immediato. Il nostro corpo impiega giorni, a volte settimane, per abituarsi al nuovo orario di alba e tramonto. È in questo lasso di tempo che sperimentiamo la dissonanza. Ci sentiamo intorpiditi e assonnati durante il giorno, magari perché i livelli di melatonina sono ancora alti, ma fatichiamo a prendere sonno la sera, perché la luce persiste oltre i nostri consueti orari, ritardandone il picco.

Al contrario, quando le giornate si accorciano, il nostro corpo riceve il segnale di iniziare la produzione di melatonina molto prima di quanto la nostra vita sociale ci permetterebbe di andare a dormire. Il risultato è quella sensazione di stanchezza profonda già alle sei del pomeriggio, unita a una difficoltà a svegliarsi al mattino nel buio pesto. Ma l'impatto non si ferma al sonno: la serotonina, il neurotrasmettitore del benessere, è strettamente legata all'esposizione alla luce naturale e con il suo calo, soprattutto nel passaggio all'autunno e all'inverno, il nostro umore può risentirne notevolmente. È qui che si insinua quella malinconia, quella mancanza di motivazione e quella voglia di ibernarsi che per alcuni diventa un vero e proprio disturbo affettivo stagionale.

Allo stesso tempo, il nostro sistema immunitario viene messo a dura prova. Le oscillazioni di temperatura, specialmente quel caldo di giorno e freddo pungente di sera tipico della primavera e dell'autunno, sono un vero stress per le nostre difese. Le mucose delle vie respiratorie, stressate dagli sbalzi termici, diventano più vulnerabili all'attacco di virus e batteri e non è un caso che i mal di gola e i raffreddori fioriscano in questi periodi di transizione. Il corpo sta spendendo energie preziose per adattare la sua termoregolazione e queste energie vengono sottratte al sistema di sorveglianza immunitaria.

Anche il nostro apparato digerente e le nostre abitudini alimentari subiscono l'influenza del cambio di stagione. L'istinto ci spinge verso cibi più calorici, ricchi di carboidrati e grassi, quando le temperature calano, un retaggio evolutivo per accumulare riserve per l'inverno. In primavera, invece, potremmo avvertire meno fame o desiderare cibi più leggeri. Anche questo è regolato dagli ormoni e dal metabolismo, che cercano di trovare un nuovo equilibrio in risposta alla diversa disponibilità di luce e al differente dispendio energetico richiesto per la termoregolazione. Persino la nostra pelle e i nostri capelli partecipano a questo processo di mutazione. Il passaggio dal caldo umido al freddo secco, o viceversa, può mandare in confusione le ghiandole sebacee, portando a secchezza cutanea, desquamazione o, al contrario, a un aumento della produzione di sebo e a impurità. I capelli possono apparire più fragili e opachi, e la loro caduta fisiologica può accentuarsi in questi periodi di stress per l'organismo.

Ascoltare i segnali del proprio corpo diventa quindi un atto di prevenzione e di cura: non è debolezza avvertire il bisogno di andare a letto un'ora prima, è saggezza biologica. Non è mancanza di carattere desiderare una zuppa calda invece di un'insalata, è il nostro istinto che chiede il carburante giusto per riscaldarsi. Possiamo vedere questo periodo non come un nemico da combattere, ma come un'opportunità per riconnetterci con i nostri cicli naturali, per assecondare con piccoli, mirati accorgimenti il lavoro già titanico che il nostro organismo sta compiendo... i cambi di stagione sono, in fondo, un promemoria biologico della nostra profonda connessione con la natura e i suoi cicli. Ci ricordano che non siamo macchine immutabili, ma esseri dinamici, in perenne dialogo con l'ambiente che ci circonda, capaci di un'adattabilità straordinaria.