Come gestire i cali di concentrazione e da cosa dipendono
Ti sarà sicuramente capitato, durante una lunga giornata di lavoro o mentre cercavi di completare un compito che richiedeva tutta la tua attenzione, di avvertire la mente che inizia a fare cilecca. È una sensazione che molti conoscono bene: la concentrazione, che fino a poco prima era nitida e precisa, comincia a svanire, i pensieri si disperdono e anche il compito più semplice sembra richiedere uno sforzo enorme.
Questi momenti di calo della concentrazione non sono un segno di fallimento o di pigrizia, ma piuttosto il risultato di una complessa interazione di fattori fisiologici, ambientali e psicologici che influenzano direttamente le funzioni cognitive del nostro cervello.
Dal punto di vista fisiologico, il cervello è un organo con risorse energetiche limitate e ha costantemente bisogno di nutrienti e ossigeno. Quando parliamo di concentrazione, entrano in gioco neurotrasmettitori chiave come la dopamina e la noradrenalina, che agiscono selezionando le informazioni importanti e sopprimendo le distrazioni. Un calo nei livelli di questi neurotrasmettitori, magari a causa di una notte di sonno insufficiente o di una dieta carente di elementi essenziali, può seriamente compromettere questa capacità di filtraggio. Il sonno, in particolare, è una necessità biologica imprescindibile. Durante le fasi di sonno profondo, il cervello si dedica a processi di pulizia e consolidamento della memoria, e privarsene significa presentarsi al lavoro il giorno dopo con un cervello già stanco e una capacità di attenzione ridotta.
L'ambiente che ti circonda, poi, può essere sia un grande alleato che un nemico giurato della tua capacità di concentrazione. Siamo costantemente bombardati da interruzioni: dalle notifiche del nostro smartphone alle email che arrivano senza sosta, dalle chiacchiere dei colleghi al rumore di sottofondo. Ogni volta che la tua attenzione viene distolta da uno di questi stimoli, il tuo cervello deve spendere energie preziose per disimpegnarsi dalla distrazione e tornare al compito originale, un fenomeno che chiamiamo "costo del cambio di compito". Questo continuo multitasking a cui siamo sottoposti, frammenta la nostra attenzione e porta e ci porta un esaurimento più rapido delle risorse mentali.
Non possiamo dimenticare, ovviamente, l'aspetto psicologico ed emotivo. Lo stress e l'ansia sono tra i principali nemici di una mente lucida. Quando sei costantemente preoccupato, il tuo corpo produce elevate quantità di cortisolo, l'ormone dello stress, che ostacola le funzioni cognitive superiori, comprese quelle legate all'attenzione e alla memoria a breve termine. Anche la mancanza di motivazione o il sentirsi bloccati in un'attività che consideri noiosa o priva di significato possono spegnere la tua concentrazione come un interruttore. Il cervello, per sua natura, cerca stimoli nuovi e gratificanti e quando non li trova, è probabile che cerchi altrove fonti di dopamina, facendoti sognare a occhi aperti o spingendoti a controllare i social media in cerca di un rapido picco di gratificazione.
Come comportarsi allora? Gestire con successo i momenti di calo della concentrazione richiede un approccio che agisca su più fronti. Inizia ad ascoltare i segnali del tuo corpo: garantirti un sonno di qualità e una durata adeguata, sarà un vero e proprio investimento nella tua efficienza durante il giorno. Allo stesso modo, fai attenzione a cosa mangi e bevi: pasti equilibrati, ricchi di nutrienti come acidi grassi omega-3, antiossidanti e vitamine del gruppo B, forniscono al cervello il carburante a lento rilascio di cui ha bisogno, evitando quei picchi glicemici che possono portare a bruschi cali di energia e offuscare la mente. È altrettanto importante ripensare il tuo ambiente di lavoro. Questo significa silenziare le notifiche non essenziali, dedicare blocchi di tempo ininterrotti ai compiti più impegnativi e creare uno spazio fisico ordinato e confortevole. La tecnica del time blocking, che consiste nel suddividere la tua giornata in sessioni dedicate a compiti specifici, ti aiuterà a ridurre il carico cognitivo legato al decidere cosa fare dopo e a proteggerti dalle interruzioni. Ricorda che la concentrazione è un muscolo che può essere allenato!
Infine, non sottovalutare il potere delle pause strategiche. Il cervello non è progettato per mantenere uno sforzo continuo per ore e ore di fila e prendere brevi pause ogni 60-90 minuti, anche solo per alzarti, fare due passi e distogliere lo sguardo dallo schermo, permetterà ai tuoi circuiti neurali di ricaricarsi.
Insomma, combattere un calo di concentrazione non significa costringerti a restare seduto fino a quando il lavoro non è finito, ma riconoscere che a volte il modo più efficace per superare un blocco è concederti un momento di distacco, prendendoti cura del tuo equilibrio interiore al fine di essere più sereni (e produttivi).
