Rientro a scuola e al lavoro: come affrontarlo al meglio
Il suono della sveglia a settembre, rappresenta un vero e proprio richiamo alla realtà dopo le giornate lunghe e spensierate, tipiche dell’estate. Il rientro, infatti, non è semplicemente una questione di agende piene, ma è un processo fisiologico e psicologico che coinvolge l’intero organismo, dalla testa ai piedi, e affrontarlo con consapevolezza, rappresenta una strategia necessaria per trasformare un momento potenzialmente traumatico in un’opportunità di ripartenza all’insegna dell’equilibrio.
Il segreto, da un punto di vista medico e scientifico, risiede nel rispetto dei nostri bioritmi, quei cicli che governano il sonno, l’appetito, l’umore e la vigilanza, e che durante le vacanze abbiamo distorto. Il nostro orologio interno ha bisogno di tempo e pazienza per riportare l’armonia. Questo significa che la famosa sindrome da rientro non è un capriccio da persone pigre, ma una reazione fisiologica misurabile, con fluttuazioni ormonali, in particolare del cortisolo, l’ormone dello stress, e della melatonina, che si trovano improvvisamente in dissonanza con le nuove richieste della vita quotidiana. Il corpo ti sta dicendo che la transizione dall’ozio al dovere è stata troppo brusca, e sta faticando a trovare un nuovo punto di equilibrio. La buona notizia è che possiamo facilitare questo delicato processo di riallineamento, agendo su più fronti in modo sinergico.
Iniziamo dalla base di tutto: il sonno. Ripristinare un ciclo sonno-veglia regolare è la base su cui costruire tutto il resto. Non si tratta solo di andare a letto prima la sera prima del primo giorno di lavoro, perché sarebbe una battaglia persa in partenza. Il corpo non è un interruttore e l’ideale è iniziare almeno una settimana prima, anticipando gradualmente l’orario in cui si va a letto e, soprattutto, in cui ci si sveglia, di quindici, venti minuti al giorno.
Parliamo poi di energia, perché è ciò di cui sentiamo maggiormente la mancanza in questi periodi di transizione. La tentazione di affidarsi a dosi massicce di caffè o a bevande energetiche è forte, ma è una trappola. Questi stimolanti agiscono provocando picchi improvvisi di adrenalina e cortisolo, seguiti da inevitabili crolli che ti lasceranno più affaticato di prima e interferiranno ulteriormente con il tuo sonno notturno, innescando un circolo vizioso. La vera energia si costruisce a tavola, con scelte alimentari intelligenti e consapevoli. Dopo gli eccessi estivi, caratterizzati magari da gelati, aperitivi e cene fuori, il sistema digerente ha bisogno di ritrovare ordine e leggerezza.
Non pensare a una dieta restrittiva, ma a un riequilibrio. Parti dalla colazione, il pasto più importante, che deve essere un vero e proprio carburante per il cervello e i muscoli. Combina sempre carboidrati complessi, come fiocchi d’avena o pane integrale, con una fonte proteica, come uno yogurt greco o delle uova, e un grasso buono, come della frutta secca o un avocado. Questo mix evita il picco glicemico e il conseguente crash pomeridiano, fornendo energia a lento rilascio. A pranzo e a cena, riempi metà del piatto con verdure di stagione, un quarto con proteine magre e l’altro quarto con cereali integrali, questa combinazione ti garantirà un apporto bilanciato di nutrienti, fibre per un senso di sazietà prolungato e vitamine essenziali per supportare il sistema immunitario, che spesso in questo periodo di stress e cambio di stagione diventa più vulnerabile.
Un’ attenzione speciale va anche data alla cura della nostra mente. Il rientro è spesso accompagnato da un senso di ansia, di oppressione legato agli impegni che ricominciano e alla mole di cose da fare che sembra insormontabile. Qui, la pianificazione diventa la tua migliore alleata terapeutica: prenditi del tempo, non durante il frenetico lunedì mattina, ma in un momento tranquillo, per scrivere tutti i tuoi impegni, i tuoi obiettivi e le scadenze. Non tenerli nella testa, dove creano solo rumore e confusione, ma trasferiscili su un supporto esterno, che sia un’agenda o un’app. Il solo atto di scriverli riduce immediatamente l’ansia da prestazione perché il carico cognitivo si alleggerisce. Suddividi i macro-obiettivi, che appaiono minacciosi, in micro-attività più piccole e gestibili. Impara anche a delegare ciò che può essere delegato e a dire di no quando il carico rischia di diventare eccessivo. Proteggere il tuo tempo e la tua energia non è egoismo o pigrizia, ma è un atto di salute preventiva.
Ultimo consiglio, forse il più trascurato: ritaglia del tempo per te stesso. Del tempo non strutturato, non finalizzato alla produttività: un’ora per ascoltare la tua musica preferita senza fare altro, un’ora per dedicarti a un hobby che ami. Queste piccole oasi di pace sono una necessità fisiologica per permettere al tuo sistema nervoso di abbassare i livelli di allerta e ricaricarsi.
Il rientro è un nuovo inizio. Non deve essere per forza una corsa contro il tempo piena di sacrifici, ma può essere l’occasione per reimpostare la tua routine con maggiore saggezza e cura verso te stesso.
